Medjugorje 2 novembre 2013 – commento

Cari figli, vi invito di nuovo maternamente ad amare, a pregare senza sosta per il dono dell’amore, ad amare il Padre Celeste al di sopra di tutto. Quando amerete Lui, amerete voi stessi ed il vostro prossimo. Queste realtà non possono essere separate. Il Padre Celeste è in ogni uomo, ama ogni uomo e chiama ogni uomo col proprio nome.  Perciò, figli miei, attraverso la preghiera ascoltate la volontà del Padre Celeste. Parlate con Lui. Abbiate un rapporto personale col Padre, che renderà ancora più profondo il rapporto tra voi, comunità dei miei figli, dei miei apostoli. Come Madre desidero che, attraverso l’amore verso il Padre Celeste, vi eleviate al di sopra della vanità di questa terra ed aiutiate gli altri a conoscere e ad avvicinarsi gradualmente al Padre Celeste. Figli miei, pregate, pregate, pregate per il dono dell’amore, perché l’amore è mio Figlio. Pregate per i vostri pastori, affinché abbiano sempre amore per voi, come l’ha avuto e l’ha mostrato mio Figlio dando la sua vita per la vostra salvezza. Vi ringrazio.”

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Una giorno uno scriba si avvicinò a Gesù per interrogarlo su quale fosse il primo e il più grande dei Comandamenti. Gesù rispose: «Il primo è: Ascolta, Israele. Il Signore Dio nostro è l’unico Signore;  amerai dunque il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza. E il secondo è questo: Amerai il prossimo tuo come te stesso. Non c’è altro comandamento più importante di questi» (Mc 12,29-31).

Amare Dio con tutto il cuore e con tutta la mente non è cosa facile. Ci vuole impegno, costanza, fermezza nella lotta alle tante distrazioni provenienti dalla nostra natura e dal mondo esterno. Dal cuore non ancora puro, sovente nascono desideri non buoni; dalla superbia della vita e dalla concupiscenza siamo spesso portati ad agire contrariamente alla volontà di Dio. Anche la società, i condizionamenti del giudizio altrui, le mode, le lusinghe del guadagno ci spingono a deviare dalla retta via e, non ultimo, il demonio, il quale costantemente si adopera per far leva sulle nostre cattive inclinazioni con la tentazione, si ingegna continuamente per farci dimenticare di Dio, per condurci allo scoraggiamento, per fiaccare il nostro vigore e farci cadere nel peccato, con l’unico intento di separarci dal Signore per sempre.

Dunque, amare Dio, come Dio comanda, richiede forza di volontà e quella perseveranza che si può ottenere soltanto nella preghiera costante. Il combattimento spirituale che siamo chiamati ad affrontare per la nostra salvezza, deve essere sostenuto dalla preghiera in ogni momento, se vogliamo raggiungere poco a poco quel grado di amore a cui aspiriamo: amare Dio con tutto il cuore, con tutta la mente e con tutte le forze. Per perseverare in questo cammino di perfezione, non possiamo contare soltanto sulle nostre abilità naturali e sulla nostra intelligenza, che da sole non bastano, avendo tutti noi un cuore troppo incostante e una ragione soggetta ai limiti della materia. La grazia divina è indispensabile affinché – nobilitando le nostre facoltà, le doti naturali e i talenti e illuminando la ragione- possiamo perseverare senza cedere e riportare vittoria. Il tempo della vita ci è necessario per recuperare quella immagine di Dio che il Signore ha impresso in noi e che il nostro peccato ha deturpato. Per questo ogni giorno della vita è importante e non deve essere sprecata neppure un’ora. Siamo chiamati a condurre, insieme al Signore, un intenso lavoro di “rinnovamento” che, solo, può liberarci da ogni deformità spirituale e fare di noi strumenti validi nelle mani del Signore, testimoni fedeli ed esempio per gli altri.

Mentre lottiamo contro il male che vediamo in noi e intorno a noi, sostenuti dalla grazia della preghiera, si verificano grandi trasformazioni interiori ed anche esteriori: i nostri sensi si purificano, il cuore si libera da tanti condizionamenti, la mente si risana dalle ferite del passato, la memoria viene purificata e l’anima si rinvigorisce e rafforza; intanto anche i nostri modi di fare migliorano, si cresce in mitezza, in umiltà, in generosità; si impara a tenere a freno la lingua, a non giudicare nessuno e, mentre aumenta la misericordia verso i peccatori, si diviene capaci di condannare apertamente il peccato in ogni sua forma. Questo accade perché man mano che la nostra anima viene liberata da ogni imperfezione, grande o piccola che sia, si fa più spazio per Dio, che ne fa la sua dimora e il suo tempio santo, riempiendola con la Sua presenza. Ed è così che, ricolmati dell’Amore di Dio in misura sempre maggiore, impariamo ad amarLo più perfettamente, divenendo con il Padre e il Figlio una cosa sola grazie all’azione santificatrice dello Spirito Santo.

Con Dio riusciremo a spostare le montagne della nostra superbia ma senza di lui tutto ciò sarà impossibile. Di qui, la necessità dei mezzi spirituali che il Signore nella sua infinita misericordia ha voluto mettere a nostra disposizione, per portare a termine vittoriosamente la nostra battaglia. Questo è possibile come dimostrano le vite dei santi, piene di lotte, ma ricche di grazie particolari, di doni ordinari e straordinari, di una fortezza soprannaturale che li ha resi saldi anche fino al martirio, per amore. Sono doni che il Signore concede a chiunque vede impegnato nel cammino di santificazione.

I mezzi di cui dobbiamo servirci sono: i Sacramenti, in particolare la Confessione frequente e la Comunione almeno nei giorni festivi; la preghiera, in particolare il Santo Rosario quotidiano; la Sacra Scrittura, letta, meditata e custodita nel cuore; il digiuno dal cibo e dal superfluo; l’affidamento a Maria, nella certezza che chi si pone sotto la protezione della Santa Vergine non può andare perduto.

La direzione spirituale del sacerdote, poi, è indispensabile per fare luce su tanti inganni che si incontrano e disorientano, perché “satana non dorme” ci ha detto la Regina della Pace in un passato messaggio, è molto più intelligente di noi, conosce i punti deboli di ciascuno e sa personalizzare con astuzia sottile ogni tentazione.

La Madonna, che ama i sacerdoti come il Suo unico Figlio, chiede preghiere per loro, affinché sappiano sostenerci in questo cammino di santità, con il loro amore, consiglio e preghiera. Dei sacerdoti non possiamo fare a meno, senza di loro non avremmo neppure i Sacramenti. Infatti, il demonio, che conosce il valore del sacerdozio, lavora incessantemente per mettere il mondo contro la Chiesa di Cristo e suscitare odio per i suoi ministri, perché sa bene che chi si allontana dai sacerdoti e dai sacramenti, diviene facilmente sua preda.

Dobbiamo comprendere bene che non si può pretendere in nessun modo di amare Dio facendo a meno di questi mezzi di santificazione. Nè si può dire di amare gli altri se prima non si ama Dio con un amore puro. Infatti più il cuore si purifica, più l’amore di Dio cresce e si diviene capaci di amare anche il prossimo. “Queste realtà non possono essere separate”. L’amore per essere autentico deve attingere alla fonte del vero Amore, che è Dio, e richiede sempre fedeltà e sacrificio. Chi vuole la gioia della vittoria senza la fatica del combattimento, inganna se stesso e nella vita tenterà strade alternative che lo porteranno solo verso la delusione e lo smarrimento. Chi pretende di ricevere la corona della gloria senza salire sulla Croce, non ha capito che la gioia pasquale passa sempre per il Venerdì Santo. Costoro, qualora decidessero di intraprendere il combattimento spirituale con tali disposizioni, ben presto, passati gli entusiasmi iniziali, tornerebbero a volgersi indietro e a cercare la “via larga” della perdizione. Gesù ci avvisa: “nessuno che mette mano all’aratro e poi si volge indietro è adatto per il Regno dei Cieli” (Lc 9,62) perché “solo chi persevererà fino alla fine sarà salvato” (Mt 24,13). Facciamo in modo di non cadere in questo errore, che è indice di superbia, amor proprio e pigrizia.

In ogni caso, nessuno può essere costretto a diventare santo, la decisione spetta a ciascuno in particolare. Tuttavia, solo se decideremo di seguire la strada tracciata dal Signore, che è la “via stretta” che conduce alla Vita, riusciremo ad amare Dio con tutto il cuore, la mente, l’anima e le forze e ad amare il prossimo con l’amore di Dio. Allora per noi si apriranno le porte del Paradiso e al termine del cammino ci sarà consegnata la corona di gloria che spetta soltanto a quelli che hanno combattuto la buona battaglia.

“Ho combattuto la buona battaglia,ho terminato la corsa, ho conservato la fede”

(2Tm 4,7)

 

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Pubblicato da Vivete nella gioia! -blog

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