Il cristianesimo è mistero ed evento

Il cristianesimo, in virtù della sua essenza divina, non può essere ridotto ad un fatto meramente storico.

Di Pamela Salvatori

Se il Verbo è entrato nella storia con la sua Incarnazione, il cristianesimo non può esimersi dalla relazione con la storia.

J. Daniélou individua una duplice relazione con la storia, quando afferma che il cristianesimo è nella storia e la storia è nel cristianesimo[1].

Proprio in qualità di evento esso si colloca nel tempo dell’umanità, avendo avuto un inizio storico determinato – e per questo può essere anche oggetto di studio degli storici. In un certo senso, si è “incarnato” nella storia per la prima volta in virtù dell’evento dell’Incarnazione di Cristo.

Tuttavia, il cristianesimo è pur sempre un mistero che per la sua trascendenza entrando nella storia la supera, includendola in sé e portandola a compimento in Cristo.

Ne deriva che nella sua realtà più profonda davvero la storia è nel cristianesimo.

La storia, dunque, nella sua totalità è sacra, e ciò significa che anche la “storia profana” fa parte, misteriosamente, di essa[2].

Date tali premesse generali e riflettendo sulla natura della nostra fede e sul suo modo di presenza nella storia, diviene possibile comprendere la sua “incarnazione” e “trascendenza” quali sue esigenze intrinseche ed imprescindibili.

Allora risulta evidente che nonostante la sua dimensione storica, il cristianesimo, in virtù della sua essenza divina, non può essere ridotto ad un fatto meramente storico né identificarsi con la storia stessa.

[1] Cfr. J. Daniélou, Saggio sul mistero della storia, Morcelliana, Brescia 19573, p. 34.

[2] Cfr. Ibidem, pp. 37-38.

Pubblicato da Vivete nella gioia! -blog

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