Le tenebre spirituali… di S. Pio da Pietrelcina

P. Pio, lettera a Padre Agostino, fine gennaio 1916, sulle tenebre spirituali:

“L’anima mia da più tempo si trova immersa giorno e notte nell’alta notte dello spirito. Le tenebre spirituali mi durano delle lunghissime ore, dei lunghissimi giorni e spesso delle intere settimane. Allorchè sono in questa notte, io non saprei dirvi se mi trovo dell’inferno o nel purgatorio. Gli intervalli nei quali scende un pò di luce nel mio spirito sono assai fugaci e, mentre mi domando allora conto del mio essere, mi sento in un baleno cadere in questo carcere tenebroso, istantaneamente perdo la memoria di tutti quei favori dei quali il Signore fu sì largo con l’anima mia…

E’ un continuo deserto di tenebre, di abbattimento, d’insensibilità, è la terra natale della morte, la notte dell’abbandono, la caverna della desolazione; qui si trova la povera anima lontana dal suo Dio e solo con se stessa. Strappata al suo sposo, lacerata sino nelle parti sue più recondite, ella non sa più che si fare in questa notte altissima…

Un muro di bronzo sembrami racchiudermi per sempre in questo orrido carcere. In questa notte di oscuratissime tenebre il mio spirito cieco va errando alla ventura, il mio cuore è disseccato, le forze sono abbattute, i sensi sono estenuati…. Mi accorgo benissimo che nessuno può prestarmi sollievo alcuno in queste angosce sì profonde, che io stesso non basto ad esprimere a me stesso, e nessuno è in istato di comprendere, a meno non le abbia provate.” (Epist. I, 722-5)

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