La preghiera fiduciosa ottiene tutto

di P. Thomas de Saint Laurence, Il Libro della Fiducia.

La fiducia viene sempre esaudita. Non si
esagererà nel ripeterlo: la preghiera fiduciosa ottiene tutto.
Le Scritture, con un’insistenza assai marcata, ci raccomandano di rianimare la nostra fede, ogni volta che presentiamo a Dio le nostre umili richieste: “Tutto ciò che avrete chiesto con fede nelle vostre preghiere, l’otterrete”, dice il Salvatore. L’Apostolo san Giacomo dice la stessa cosa: vuole che chiediamo con fede, senza esitare. Colui che dubita somiglia agli incostanti flutti del mare: non pretenda, in questa disposizione d’animo, di venire esaudito.

Di quale fede si parla, in questi passi?
Non della fede abituale, infusa dal Battesimo nelle nostre anime, ma di questa speciale fiducia, che
ci fa attendere con fermezza l’intervento della Provvidenza in una data situazione. Nostro Signore lo dice esplicitamente nel Vangelo: “Tutto ciò che chiedete nella preghiera, abbiate fede di ottenerlo, e vi sarà accordato”. Il Maestro non poteva descrivere più chiaramente la fiducia.

Possiamo avere una fede vivissima, e tuttavia dubitare che Dio voglia accogliere favorevolmente
alcune nostre richieste. Per esempio, siamo certi che l’oggetto del nostro desiderio sia compatibile col nostro vero bene? E dunque esitiamo. Questa semplice esitazione, fa notare un teologo, diminuisce l’efficacia della nostra preghiera.

Altre volte, al contrario, la nostra intima certezza si fortifica al punto da scacciare del tutto ogni
dubbio ed esitazione. Siamo tanto certi d’essere esauditi, che ci sembra di possedere già la grazia
sollecitata.

“In considerazione di una così perfetta fiducia – scrive il padre Pesch – Dio ci concede dei favori che, senza di essa, non ci avrebbe mai dato. Effettivamente, il bene che gli abbiamo chiesto non ci era indispensabile, oppure non rispondeva alle condizioni necessarie perché Dio fosse tenuto ad accordarcelo in forza delle sue promesse”.

D’altronde, la maggior parte delle volte, questa certezza interiore è opera della Grazia in noi.

“Così – conclude lo stesso autore – una fiducia singolare di ottenere tale o talaltra grazia, è una
specie di promessa specifica che Dio ci fa nell’accordarcela” .

Una frase di san Tommaso riassumerà questa breve disquisizione: “La preghiera – dice il Dottore
Angelico- riceve dalla carità il suo merito, ma la sua efficacia impetratoria le viene dalla fede e dalla fiducia”.

Pubblicato da Vivete nella gioia! -blog

LA GIOIA DEL SIGNORE E' LA NOSTRA FORZA!

3 Risposte a “La preghiera fiduciosa ottiene tutto”

  1. Mi trovo in un momento ( in realtà si tratta di anni) molto difficile, prego di continuo, mi affido alle preghiere di amici e sacerdoti.
    Vivo alti e bassi,passo dalla totale fiducia allo sconforto,mi chiedo se davvero sia possibile mantenere sempre un atteggiamento fiducioso. Santa Monica per per 30 anni per la conversione di Agostino, è lecito pensare che anche lei abbia avuto dei momenti di sconforto (anche perchè se fosse stata sicura dell’esaudimento non avrebbe insistito così a lungo).Qual è quindi il modo corretto di intendere “abbiate fede di averlo già ottenuto” ?
    Grazie
    Dio vi benedica

  2. Carissima Germana,

    ho letto il tuo messaggio e ti ringrazio. Cerco di risponderti come posso e mi scuso del ritardo.
    Anzitutto fai bene a cercare il sostegno nella preghiera di amici e sacerdoti, è già di grande conforto nelle difficoltà non sentirsi soli. Come era solito dire p. Pio “avere compagnia nel dolore scema la pena”, ed è vero per chi ne fa esperienza, anche se la prova da affrontare resta e fa sentire spesso tutta la sua gravità. Non c’è nulla di strano nel vivere alti e bassi nella vita spirituale, tanto più quando si soffre. Lo hanno vissuto tutti i santi, basta leggere i loro diari, da cui emerge tutta la verità della loro fede vissuta in una umanità piena di debolezze e fragilità. Non abbiamo un diario di santa Monica ma possiamo credere facilmente che anche lei come madre abbia avuto momenti di sconforto. Di lei si ricorda l’incontro con quel Vescovo che la incoraggiò con le celebri parole: “non può andare perduto un figlio di tante lacrime!”. Quindi santa Monica piangeva molto per il figlio e questo ci conferma che il suo stato d’animo non era sempre allegro. I momenti di abbattimento, di apparente ribellione, di sfiducia, sono reazioni umane alle difficoltà, ma vissuti nella grazia non portano alla disperazione, al contrario, possono essere momenti di liberazione, in cui si parla al Signore in tutta sincerità, con tutto il cuore, anche con le lacrime, e mettendo davanti a lui tutto il dolore che sentiamo.

    Ricordati di Giobbe, leggi ancora il Libro di Giobbe. Sembra lamentarsi molto e persino maledire il giorno della sua nascita eppure in quello sfogo Giobbe non peccò, ci dice la Scrittura. C’è molto da riflettere. A volte abbiamo un’idea sbagliata di Dio e del rapporto da avere con Lui. Un conto è bestemmiare e accusare Dio nella sofferenza vissuta nello stato di disgrazia morale, in peccato mortale e volontariamente contrario a Dio, un’altra cosa è lamentarsi con lui come un figlio che soffre e non comprende la sua situazione e parla con il Padre per otterene un aiuto, perchè sa che solo Lui può aiutarlo. Questa è fede! Il Signore ci chiede di essere con Lui come bambini, di piangere con Lui se serve, di condividere le gioie quando ne abbiamo. Questo cammino, che dura tutta la vita, non è lineare (soprattutto non si può misurare la nostra fede dai sentimenti che proviamo di volta in volta nelle situazioni che viviamo, ci inganneremmo continuamente), ma è un cammino a spirale, come insegnano i Padri e i mistici, durante il quale la persona ha persino l’impressione di retrocedere in certi frangenti, ma in realtà si sta realizzando una nuova purificazione interiore, un approfondimento della fede, della speranza e della carità nel buio che vive, per l’azione misteriosa e nascosta dello Spirito in noi, che man mano, a suo modo, realizza in noi la conformazione a Gesù.

    La cosa importante non sono i sentimenti che si provano, ma perseverare nello stato di grazia, quindi l’impegno costante nella vita sacramentale, Eucaristia e Confessione frequente, prenderne sempre più consapevolezza, crescere nella conoscenza del Signore, ascoltare la Parola e affidarsi a Maria in tutto. Con questo impegno si progredisce, anche se i sentimenti che si provano sembrano dire tutto il contrario. Non bisogna dargli troppo ascolto, piuttosto puntare su quanto ti dicevo, la Comunione con Dio nei sacramenti e nella preghiera, le sante amicizie possono aiutare molto. E allora tutto il resto verrà da sè: “Cercate prima il Regno di Dio e la sua giustizia e tutto il resto vi sarà dato in aggiunta” (Mt 6,33). Gesù ci incoraggia a chiedere tutto ciò che è buono nel Suo Nome, in particolare a chiedere lo Spirito Santo che è l’unico a sapere cosa sia conveniente per noi e per chi amiamo, ma la fede è un dono che va coltivato giorno dopo giorno e cresce con il tempo. Infatti è anche una virtù, quindi un dono di Dio che richiede una risposta dell’uomo, che comporta la sua perseveranza nella preghiera e nella grazia.

    La fede incrollabile di cui tu parli non è una questione emotiva, non è qualcosa che si “sente” di possedere: le emozioni vengono e vanno e non si può misurare la fede sul fervore che si avverte o meno. La preghiera nelle aridità di spirito, ad esempio, può essere segno di una fede più grande rispetto alla preghiera nel fervore, perchè costa molto pregare quando non si sente nessuna attrazione per la preghiera. Quindi, ciò che conta è perseverare, come santa Monica, senza fermarsi ai propri sentimenti, fino a diventare importuni, come ci insegna Gesù. Coltiva la tua santificazione, fai il bene che puoi e insisti nella preghiera, questo è sufficiente. Il Signore sempre ascolta e risponde in tanti modi, bisogna lasciare a Lui la risposta ed essere liberi ad accoglierla nel modo che Lui vorrà, sapendo che è sempre il miglior modo, perchè ci ama.

    Scrive il Catechismo della Chiesa Cattolica: “Si deve pregare sempre, senza stancarsi, con la pazienza della fede” (CCC 2613). Ci vuole grande pazienza e perseveranza! Questo è il nostro cammino… questa è la fede di chi crede che a Dio nulla è impossibile e procede nell’abbandono alla sua Volontà, certo del suo amore. Non farti ingannare dai sentimenti che vengono e vanno: “La fede è un’adesione filiale a Dio, al di là di quanto sentiamo e comprendiamo” (CCC 2609). Cerca il Signore, passa del tempo con Lui nel SS. Sacramento, e non temere! Chi lo toccava per via guariva, noi possiamo persino riceverlo nel nostro corpo nell’Eucaristia, offrirci con Lui per salvare il mondo…non c’è da dubitare nella sua grazia e della sua compassione verso di noi. Basta volgere lo sguardo al Crocifisso quando siamo tentati dai dubbi. Consacrati a Maria e chiedi a Lei di fondere il suo Cuore col Suo, per poter avanzare nell’amore con sempre maggiore fiducia. Buon cammino di santità!

    Un caro saluto e una preghiera.
    Pamela

  3. Se vuoi, ascolta anche questa serie di riflessioni sui doni dello Spirito, potrà aiutarti a capire meglio molte cose ed ad invocare con più consapevolezza il Signore: https://www.youtube.com/playlist?list=PLCy8XiZjKgQoKMLgsSgso-URLcuqxMJMB

    In particolare i doni dell’Intelletto e della Scienza aumentano la nostra fede, la Sapienza invece aumenta l’amore verso Dio e il prossimo. Inoltre, il dono della Scienza è legato alla beatitudine delle lacrime, beati gli afflitti, dice Gesù, cerchiamo di capire perchè, di quali lacrime si tratta. Buon ascolto!

    Pamela

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