Medjugorje 2 agosto 2013 – commento

Cari figli, se soltanto mi apriste i vostri cuori con totale fiducia, comprendereste tutto. Comprendereste con quanto amore vi invito, con quanto amore desidero cambiarvi, farvi felici, con quanto amore desidero farvi discepoli di mio Figlio e donarvi la pace nella pienezza di mio figlio. Comprendereste la grandezza immensa del mio amore materno. Perciò, figli miei, pregate perchè attraverso la preghiera la vostra fede cresce e nasce l’amore con il quale nemmeno la croce è insopportabile perchè non la portate da soli. In comunione con mio Figlio glorificate il nome del Padre Celeste. Pregate, pregate per il dono dell’amore perchè l’amore è l’unica verità, esso perdona tutto, serve tutti e in ciascuno vede il fratello. Figli miei, apostoli miei, il Padre Celeste attraverso me, Sua serva, ha dato a voi una grande fiducia perchè aiutiate coloro che non Lo conoscono, perchè si riconcilino con Lui e Lo seguano. Perciò vi insegno ad amare perchè sarete capaci di rispondermi soltanto se avrete amore. Vi invito di nuovo: amate i vostri pastori e pregate che in questo tempo difficile, sotto la loro guida, il nome di mio Figlio venga glorificato. Vi ringrazio!

 

 

 ***

 

Nel Vangelo di Luca al capitolo 9, 28-29 leggiamo: “Gesù prese con sé Pietro, Giovanni e Giacomo e salì sul monte a pregare. Mentre pregava, il suo volto cambiò d’aspetto e la sua veste divenne candida e sfolgorante”. Durante la preghiera avviene qualcosa di incredibile davanti agli occhi degli apostoli: Gesù si trasfigura, il suo volto brilla di una luce intensa, le sue vesti divengono candide e luminose, si compie qualcosa di sorprendente che lascia stupefatti i presenti: è l’evento della trasfigurazione. Da notare, come tutto ciò avvenga mentre Gesù prega. Un grande insegnamento per noi, per comprendere il potere della preghiera. Una preghiera che sia autentica, sincera, profonda, che stabilisca un dialogo di amore con il Padre, ha la forza di illuminare, di trasformare, di aprire il cuore del credente per fare spazio allo Spirito Santo. Chi prega, chi stabilisce un rapporto costante di dialogo con il Signore, mentre prega cambia, e questa trasformazione, man mano si nota anche all’esterno.

 

In quanto figli di Dio, siamo chiamati a pregare per unirci a Lui, per parlare con Lui e ricevere da Lui ogni luce. Più il nostro dialogo con il Signore è costante più la nostra vita, a contatto con Dio, si rinnova. Domandiamo nella preghiera il dono dell’amore di Dio, chiediamo che il nostro cuore si apra e la nostra volontà si sottometta alla Volontà del Padre, non interponendo più ostacoli tra noi e Dio. Pregando si impara a pregare e si comprendono tante cose. La preghiera stessa, che dapprima appare faticosa e difficile, presto, per chi persevera, diviene gioia, ossigeno vitale, qualcosa di cui non può più fare a meno; diventa vita, rifugio sicuro, motivo di pace, di ordine e di stabilità. Ma chi non fa questa esperienza non potrà mai comprenderne tutta l’efficacia, perché non può ricevere quell’amore che si riversa senza misura soltanto nei cuori di coloro che sono in amicizia con Dio. Solo pregando, si fa esperienza di pace, di gioia e di perdono, ciò accade a chi in ogni circostanza ricorre a Dio per domandare, lodare, ringraziare o semplicemente per adorarlo e stare in sua compagnia.

 

Nelle difficoltà della vita o quando si commettono gravi errori, nessuno può restituire la pace se non Dio solo. Quando si domanda perdono al Signore, un fiume di acqua viva inonda l’anima del credente, e, dalla fonte del Cuore di Cristo sgorgano tutti i doni dello Spirito santo, cosicché si esce dalla preghiera ristorati, rinvigoriti, pieni di un nuovo entusiasmo, pronti ad accusare i propri peccati davanti al confessore senza vergogna e felici di poterlo fare al più presto, per recuperare la piena comunione con il Signore. Chi non crede, chi, per vari pretesti, non fa mai questa esperienza, non sa spiegarsi il cambiamento che avviene nel cuore del cristiano e, facilmente, può attribuire la gioia che segue il pentimento ad un condizionamento psicologico, ma chi pensa così non sa quello che dice. Infatti nessuno psicologo, nessun esperto mai è stato, nè sarà in grado di far nascere nel cuore dell’uomo una gioia duratura, incorruttibile, stabile, pacifica, piena di amore, di coraggio, di slancio apostolico, perchè tutto questo è opera esclusiva dello Spirito del Signore. Per comprendere bisogna prima credere e iniziare a pregare. Altrimenti ogni parola resta vuota.

 

“Non ti ho detto” – dice Gesù a Marta – “che se credi vedrai la gloria di Dio?” (Gv 11,40), così è: solo chi crede può vedere e può comprendere. Chi non crede, chi rinnega Dio, avvolto dalle tenebre del peccato e della superbia, non può vedere nulla, e cade vittima di pregiudizi, motivo di tanti assurdi e vuoti ragionamenti. Poco prima Gesù aveva detto: “Se uno cammina di giorno, non inciampa, perché vede la luce di questo mondo; ma se invece uno cammina di notte, inciampa, perché gli manca la luce” (Gv 11,9b-10) e altrove “io sono la luce del mondo, chi segue me non cammina nelle tenebre” (Gv 8,12). A testimonianza di ciò le menti illuminate dei grandi santi che attraverso le varie epoche della storia hanno saputo confutare le tante dottrine eretiche, frutto di menti ottenebrate e superbe, tutte destinate a perire per la loro inconsistenza.

 

Dunque, riflettiamo sulle parole della Regina della Pace, mettendo da parte ogni orgoglio e pregiudizio: “se soltanto mi apriste i vostri cuori con totale fiducia, comprendereste tutto. Comprendereste con quanto amore vi invito, con quanto amore desidero cambiarvi, farvi felici, con quanto amore desidero farvi discepoli di mio Figlio e donarvi la pace nella pienezza di mio Figlio. Comprendereste la grandezza immensa del mio amore materno. Perciò, figli miei, pregate perché attraverso la preghiera la vostra fede cresce e nasce l’amore con il quale nemmeno la croce è insopportabile, perché non la portate da soli. In comunione con mio Figlio glorificate il nome del Padre Celeste”.

 

Nella preghiera, dunque, si riceve il perdono e si fa esperienza delle delicatezze dell’amore di Dio, ma si acquista anche uno sguardo nuovo sul mondo, sulle persone e sugli eventi. Si ottiene quel discernimento necessario per orientarsi in tutte le scelte e giudicare rettamente gli eventi, senza mancare mai di santa prudenza, ci si apre alla vera carità verso il prossimo, nel quale si riconosce il volto di Gesù. A questo punto, non è più così difficile amare gli altri come se stessi anche quando l’amore non viene ricambiato, perché l’amore di Dio basta a ricompensare di ogni sacrificio. Oltretutto, si riceve quello slancio che rende capaci di portare a Dio coloro che sono ancora lontani e non conoscono il suo amore e la sua tenerezza di Padre. Si ottengono tutte le grazie necessarie per condurre gli uomini verso di Lui. Ma mai si deve trascurare la preghiera, mai dimenticarsi di ringraziare Dio per i suoi benefici, riportando alla memoria le grazie ricevute e accrescendo ogni giorno il senso di gratitudine e di riconoscenza che deve animare ogni buon cristiano. Il dialogo con il Signore non si interromperà mai se entreremo in questa confidenza filiale con Lui e, allora, in questa fede, tutto ci sarà possibile.


Maria, nella sua materna carità

 si prende cura dei fratelli del Figlio suo

ancora pellegrinanti e posti in mezzo ai pericoli e affanni

fino a che non siano condotti alla patria beata.

(Dalla Lumen Gentium)

 

 

Pubblicato da Vivete nella gioia! -blog

LA GIOIA DEL SIGNORE E' LA NOSTRA FORZA!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *