“Tutto è compiuto”

croce

DAVANTI ALL’AMORE INFINITO DI DIO
Tratto dal libro “La santità è amore” di Madre Maddalena Marcucci, monaca passionista
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“Tutto è compiuto” (cf. Gv 19, 30)
Tutto è consumato! Nessun intelletto creato è in grado di comprendere l’amore e il dolore immensi che racchiude quest’ultima parola che il divin Salvatore pronunziò sulla Croce, prima di consegnare al Padre il suo santissimo spirito. Sono abissi insondabili.
Misteri di amore infinito, che Dio ci conserva per l’eternità, dove soltanto, con un’ammirazione sempre nuova ed eterna, conosceremo quanto ci ha amati; l’amore eterno che ha avuto per noi e ci manifesta in quelle parole di Geremia: “Ti ho amato di amore eterno” (cf. Ger 31, 3).
Ciò che comprendiamo dell’amore divino durante la nostra vita non è che un’ombra. Soltanto alla viva luce della gloria conosceremo che cosa significa il consummatum est di Gesù moribondo: tutto ciò che il potere e l’amore infiniti di un Dio gli hanno permesso di fare per l’uomo…
Pochi giorni prima della sua Passione e morte, Gesù aveva detto ai suoi discepoli: “Ecco che andiamo a Gerusalemme, dove si compiranno tutte le cose che sono state dette dai Profeti riguardo al Figlio dell’uomo” (cf. Lc 9, 31). Il consummatum est (cf. Gv 19, 30: Tutto è compiuto) di Gesù sulla Croce significava che tutte queste cose erano già compiute. E tra l’altro di Lui era stato profetizzato che sarebbe stato saturato di obbrobri, come dice Isaia (cf. Is 53, 3-10).
Gesù ha vuotato fino all’ultima goccia l’amaro calice del dolore che noi, sue ingrate creature, riempiamo fino all’orlo. Ora è pieno, saturo di dolori, di umiliazioni, di ignominia. Non gli resta che chiudere i suoi occhi benedetti e morire, quando le sue labbra pronunciano il consummatum est. Tutto à compiuto… Parole che, attraverso i secoli, si dovevano ripercuotere con forza irresistibile in tutte le anime amanti, inondandole di un desiderio di amore infinito, di dare tutto, senza riserve, a Colui che le ama fino a dire: “Non posso amarti di più, non posso darti altre prove del mio amore; la mia sapienza infinita ha esaurito tutti i mezzi, né sa trovarne altri… Tutto è consumato”.
Questa parola di Gesù implica sia la consumazione dell’ingratitudine e malizia umane che si scaricarono sulla sua divina persona e sia, per conseguenza, la somma del dolore fisico e morale del Salvatore. Il cielo, la terra e l’inferno erano congiurati contro di Lui. Il cielo, perché la giustizia divina cercava di scaricare su di Lui il suo furore. La terra e l’inferno, perché gli uomini e i demoni lo tenevano in loro potere e cercavano anch’essi di scaricare su di Lui tutta la loro ira e crudeltà. Il suo corpo stava per spirare mentre la sua anima santissima si separava dal corpo con la forza del dolore più intenso e dell’angoscia più dolorosa. Egli conosceva in tutta la sua ampiezza l’enorme malizia che, da parte dell’uomo, comportava il dare la morte al loro Dio. Quella malizia arrivava ora al colmo. Tutto era stato compiuto. Consummatum est.

Pubblicato da Vivete nella gioia! -blog

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