Amore e croce

AMORE A GESÙ CROCIFISSO
Tratto dal libro “La santità è amore” di Madre Maddalena Marcucci
“Nessuno ha un amore più grande di colui che dà la vita per i suoi amici” (cf. Gv 15, 13)
Lo disse Gesù prima di morire per noi: “Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici” (cf. Gv 15, 13). Confermò con la sua morte questa grande verità, perché non dubitassimo che eravamo noi, gli uomini, oggetto del suo immenso amore. Alla luce di questa verità, contemplata ai piedi della Croce, da dove Cristo continua a ripetercela senza posa, si accende nell’anima che ama il fuoco del vero amore. Nessuno mi ha amato tanto come Gesù, perché nessuno se non Lui ha dato per me la sua vita. Se amore con amor si paga, non mi darò riposo finché la mia vita non si sia consumata in olocausto per Lui, per dargli così anch’io la stessa prova di amore che Egli ci ha dato.
Solo ai piedi della Croce si può e si deve ripetere: “Non c’è amore più grande…”; è qui che l’amore è giunto al massimo della sua estensione. Quando anche l’amore dell’anima arriva a questo punto, si ha la prova più sicura di aver raggiunto una perfezione altissima. Non c’è altra scuola dove si possa apprendere questa scienza delle scienze. Quante anime devono il decidersi alle più eroiche imprese all’essersi trattenute a contemplare un Crocifisso, nella solitudine di una cappella, dove la presenza di Gesù Sacramentato sembra che dia vita all’immagine che lo rappresenta inchiodato in Croce, come vivo è nell’Ostia, per immolarsi continuamente per noi. Vivo fa apparire quel Sangue che esce dalle piaghe, così come è vivo nel Sacramento per lavare le anime nostre e fortificarle nelle lotte.
Tutti quelli che hanno intrapreso il cammino della perfezione, o sono riusciti a compiere notevoli imprese a gloria di Dio, hanno dovuto maturarle anzitutto ai piedi di un Crocifisso. E’ qui che si soprannaturalizzano tutti i nostri atti. E’ qui che si riconoscono e scompaiono i movimenti della natura corrotta, che potrebbero insinuarsi nelle nostre opere. Solo qui impariamo a compierle solo per amore, per quell’amore puro che si apprende solamente col fissare gli occhi in Gesù, morto per amore.
Oso dire che molte opere grandi di gloria di Dio: vocazioni al sacerdozio, alla vita religiosa, o a una vita di maggiore perfezione, non sono riuscite perché non sono state maturate e decise ai piedi di Gesù Crocifisso. Quante lotte si vincono se nel cuore si è acceso l’amore verso il Dio del Calvario! L’anima che ama veramente Dio conosce tutte queste verità per esperienza, e si sente come istintivamente attratta verso la causa di tutte le sue energie, verso il motore che dirige tutti i suoi passi e movimenti: Gesù pendente dalla Croce.
Una forza segreta l’attira verso Colui che disse: Quando sarò elevato sulla Croce, attirerò a me tutti i cuori (cf. Gv 12, 32). Sente realizzarsi in sé la divina promessa e, alla forza di questo amore, svanire tutti gli altri amori, e trionfare la divina Carità.
Succede a volte che anime tiepide si cambiano in fervorose, o dal fervore passino alla santità senza darsene conto. Non andiamo a cercarne il motivo altrove. Questi cambiamenti si operano soltanto ai piedi di Gesù Crocifisso. Soltanto le piaghe di Gesù c’insegnano come si deve amare e come disprezzare le cose che vi si oppongono, in modo da poter dire con san Bonaventura: “Entrai nelle amabili piaghe del mio Salvatore con gli occhi aperti; il sangue che ne usciva mi accecò e non fui più in grado di vedere altro che la sua infinita Carità, da cui ora mi trovo avvolto”.

Pubblicato da Vivete nella gioia! -blog

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