Medjugorje 2 maggio 2014

“Cari figli, io, vostra Madre, sono con voi per il vostro bene, per le vostre necessità e per vostra personale istruzione. Il Padre Celeste vi ha dato la libertà di decidere da soli e di conoscere da soli. Io desidero aiutarvi. Desidero essere per voi Madre, maestra di verità, affinché con la semplicità di un cuore aperto conosciate l’immensa purezza e la luce che da essa proviene e dissolve le tenebre, la luce che porta speranza. Io, figli miei, capisco i vostri dolori e le vostre sofferenze. Chi potrebbe capirvi meglio di una Madre! Ma voi, figli miei? È piccolo il numero di coloro che mi capiscono e mi seguono. Grande è il numero degli smarriti, di coloro che non hanno ancora conosciuto la verità in mio Figlio. Perciò, apostoli miei, pregate ed agite. Portate la luce e non perdete la speranza. Io sono con voi. In modo particolare sono con i vostri pastori. Li amo e li proteggo con Cuore materno, perché essi vi guidano al Paradiso che mio Figlio vi ha promesso. Vi ringrazio!”

***

La fede è un grande dono di Dio che con la sua Grazia muove la volontà dell’uomo affinché risponda liberamente alla sua chiamata. La fede, quindi, non è il frutto di un ragionamento convincente oppure il risultato di una suggestione, bensì un atto libero e volontario della persona che sceglie di aderire alla Verità rivelata, sempre sostenuto dalla grazia. Si tratta di un atto anche “doveroso” da parte dell’uomo che umilmente riconosce di essere una creatura pensata ed amata da Dio, al quale sottomette il suo intelletto e la sua volontà. Il Concilio Vaticano I ha definito la fede come “virtù soprannaturale, con la quale, sotto l’ispirazione e la grazia di Dio, crediamo che le cose da Lui rivelate sono vere, non per la loro intrinseca verità individuata col lume naturale della ragione, ma per l’autorità dello stesso Dio rivelante, il quale né può ingannarsi, né può ingannare (Concilio Vaticano I, cost. dogm. Dei Filius, III)”.

La fede autentica è anche “conoscenza”, o meglio, partecipazione alla conoscenza che Dio ha di se stesso e che ha voluto comunicarci nel Verbo Incarnato. Non è un atto irrazionale quello del credere e non è vera fede una fede che non conosce Colui nel quale ripone tutta la sua fiducia.

Approfondire la conoscenza di Dio sotto la guida infallibile della Chiesa e del suo Magistero, muove, di conseguenza, all’azione. Chi crede non può restare passivo, non può rassegnarsi di fronte al peccato, non può accontentarsi di una vita mediocre senza preoccuparsi della salvezza eterna dei fratelli.
Ecco perché san Giacomo nella sua lettera scrive che “la fede senza le opere è morta (Gc 2,26)”: le opere sono quelle della carità.

Dio stesso nel rivelarsi agli uomini si è servito non solo di parole ma anche di opere e così si è mostrato credibile davanti a noi. Infatti, tutto quanto ha promesso ha poi anche realizzato al punto che come afferma la costituzione dogmatica Dei Verbum: “le opere, compiute da Dio nella storia della salvezza, manifestano e rafforzano la dottrina e le realtà significate dalle parole, mentre le parole proclamano le opere e illustrano il mistero in esse contenuto”.

Sull’esempio del Signore anche noi siamo chiamati ad annunciare e a mettere in pratica la nostra fede con opere buone che manifestino tale fede e ci rendano dei testimoni autentici. La testimonianza non è soltanto qualcosa “di facciata”, ma deve coinvolgere tutta la vita, genera un vero e proprio stile di vita nuovo.

La Regina della Pace richiama la necessità di conoscere Dio per poter agire da veri cristiani. Ovviamente, questo può farlo solo chi si dedica all’ascolto della Parola e si sforza di applicare questa Parola alla sua vita.

Per comprendere la Parola di Dio è necessario conoscere gli insegnamenti della Chiesa, per non cadere nell’errore di interpretarla nel modo sbagliato. A riguardo è utile non solo fare attenzione alle omelie della domenica, durante le quali il sacerdote spiega le Letture della Santa Messa, ma anche procurarsi documenti del Magistero: Costituzioni dogmatiche dei Concili, Encicliche, Esortazioni Apostoliche, ecc… ed avere sempre a portata di mano il Catechismo della Chiesa Cattolica, che risponde a tutte le domande e chiarisce ogni dubbio. Molto utile è la direzione spirituale del sacerdote che può orientare in queste letture e fornire ulteriori spiegazioni.

Con il tempo, progredendo nella conoscenza di Dio, si farà più chiara anche la nostra missione e che cosa Dio ci chiede. La luce dello Spirito condurrà verso la pienezza della verità tutti quegli animi retti che cercheranno di comprendere la Verità con umiltà, riconoscendo la propria ignoranza e il grande bisogno di istruzione.

Come disse il Signore per bocca del profeta Osea: “il mio popolo perisce per mancanza di conoscenza (Osea 4,6-16)”. Non si tratta di una conoscenza qualsiasi, ma della conoscenza di Dio.

Attualmente, per poter aiutare gli smarriti è necessario prima di tutto ritrovare se stessi e prepararsi con impegno e sacrificio a rendere ragione della propria speranza di fronte al mondo.

Lettura consigliata: CONCILIO VATICANO II, Costituzione dogmatica sulla divina Rivelazione Dei Verbum del 1965 (reperibile anche su internet e in tutte le librerie cattoliche).

Dei Verbum: http://www.vatican.va/archive/hist_councils/ii_vatican_council/documents/vat-ii_const_19651118_dei-verbum_it.html

Pubblicato da Vivete nella gioia! -blog

LA GIOIA DEL SIGNORE E' LA NOSTRA FORZA!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *