L’amore agisce in silenzio

Quando un’anima si consacra al servizio del Signore, e il Signore comincia a farle gustare l’amore, specialmente se prima è stata un po’ fredda e dissipata, si sente tanto felice e riconoscente alla Bontà divina per averla chiamata a partecipare ad una gioia tanto grande, che vorrebbe diventare tutta lingua per benedirlo e ringraziarlo come conviene.

Non si contenta di mostrargli il suo amore con opere sante, dopo aver lasciato quelle cattive ed imperfette, sebbene sia questa la prova più sicura; ma sente anche la necessità di esprimergli la sua sincera gratitudine con gli affetti del cuore e con le parole, e ad ogni momento sembra che stia dicendo con il real profeta Davide: “Tutte le mie ossa dicano: Chi è come te, Signore?” (cf. Sal 34, 10).

Nessuno è dolce e soave come sei Tu; nessuno è come Te buono, misericordioso e potente; solo in Te è la felicità, la pace, il riposo e ogni sorta di beni… E così, o in modo simile, le anime amanti ripeteranno spesso queste espressioni, mostrandosi sempre pronte a intonare inni di lode al Signore e a partecipare, con le loro opere buone, alle preghiere pubbliche e private, per poter avere, sole o in compagnia, il piacere di lodare il Signore. Tutto questo, che di solito, per l’anima fredda e mediocre, o che non ha ancora gustato l’amore di Dio, è cosa pesante e violenta, per quella invece che ha cominciato a sentire in sé il fuoco del divino amore, è come una necessità che sente quasi senza rendersene conto.

Sente la necessità di mostrare al Signore, in tutti i modi e in tutti i tempi, il suo cuore riconoscente e, come è sempre disposta a quanto gli sia gradito, è anche ansiosa di esprimere il suo amore a Dio con le parole. Si vedono, queste anime, parlare a lungo e senza stancarsi, con amici e persone spirituali, di Dio, del suo amore, di quanto è dolce il suo giogo, e come non c’è maggiore felicità che lasciare tutto e dedicarsi continuamente a servire il Signore.

Sentono talvolta il cuore così pieno di amore, che hanno bisogno di sfogarsi e corrono ansiose in cerca di altre anime attratte come loro dall’Amante divino, o cercano qualche ministro del Signore che le ascolti e le comprenda. Se hanno la fortuna di trovarlo, gli aprono gioiose il loro cuore traboccante di felicità e si sentono più coraggiose ad andare avanti e unirsi sempre più strettamente a Dio.

Tutto questo è buono e santo, ma è solo il principio della vita spirituale; sono i primi effetti dell’amore di Dio nell’anima.

Ma se poi queste anime progrediscono nel cammino dell’amore, e Dio le stringe più intimamente a sé, all’ansia di lodare e glorificare la grandezza divina con la parole e tutto il loro essere, succede un gran silenzio interiore ed esteriore.

Non sanno più che dire; ma nemmeno vogliono o hanno qualcosa da dire. Manca loro la parola, anzi le stanca. Il loro spirito non desidera altro che tacere; e in questo silenzio dell’anima esse trovano tutto. Se questo silenzio viene interrotto senza necessità, si trovano fuori dal loro elemento; soffrono come un affamato a cui manchi da mangiare.

Il Dio, che prima esse lodavano e ringraziavano con le loro parole, si è fatto Lui stesso in esse sua propria lode. Può ormai abitare in quelle anime come Dio, puro spirito, ed esse possono ascoltarlo, conoscerlo e trattarlo come tale: le parole sono ormai superflue, perché nessuna di quelle che possono proferire le nostre labbra è capace di esprimere ciò che il cuore sente e la mente pensa.

(M. Maddalena Marcucci, passionista)

Pubblicato da Vivete nella gioia! -blog

LA GIOIA DEL SIGNORE E' LA NOSTRA FORZA!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *