L’amico ci apra il suo cuore

Sono molti quelli che abbracciamo con il nostro affetto, senza però introdurli nell’intimità dell’amicizia, che consiste soprattutto nella rivelazione di tutti i nostri segreti e progetti. Come dice il Signore nel Vangelo: “Non vi chiamo più servi”, “ma amici”. Poi aggiunge la ragione per cui ritiene di chiamarli amici: “Perché”, dice, “tutto ciò che ho udito dal Padre l’ho fatto conoscere a voi” (cfr. Gv 15,15).

E poco prima dice: “Voi siete miei amici, se farete ciò che io vi comando” (Gv 15,14).

Con queste parole, come dice sant’Ambrogio, “ci ha dato un modello di amicizia da seguire: fare la volontà dell’amico, confidargli i nostri segreti e tutto quanto abbiamo nel cuore, non ignorare le sue cose più intime. Apriamoci a lui, e che egli ci apra il suo cuore. L’amico, infatti, non nasconde niente. Se è sincero, rivela il suo animo, come il Signore Gesù rivelava i misteri del Padre”.

Questo scrive Ambrogio. Sono dunque molti quelli che noi amiamo, però non a tutti conviene esporre in questo modo il nostro animo, né rivelare il nostro cuore, perché non hanno ancora un’età, o una sensibilità, o un criterio tale da renderli capaci di accogliere queste confidenze.

Aelredo di Rielvaux

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