PER CHI PREGA, NULLA AVVIENE PER CASO!

Un altro testo abbastanza significativo circa il discernimento della volontà di Dio è il viaggio del servo di Abramo alla ricerca di una moglie per Isacco. Ci sono diversi elementi nel racconto che entrano a pieno titolo nella dottrina sul discernimento. Cercheremo perciò di metterli in evidenza.Il tema centrale è quello del matrimonio inteso come ricerca vocazionale. Non è dunque un affare privato, non consiste nel legarsi alla prima persona che si dimostra piacevole. Il matrimonio dei cristiani risulta da una azione vocazionale in cui Dio, come primo protagonista dell’amore, chiama un uomo e una donna a essere ministri della vita, in dipendenza dal suo divino progetto. Questo amore, umano e divino al tempo stesso, non si può realizzare, come è ovvio, con un partner non credente. Abramo si dimostra consapevole di ciò, quando fa giurare al suo servo di non prendere una moglie per Isacco dal territorio di Canaan, abitato da pagani idolatri. Abramo vuole piuttosto che suo figlio sposi una donna proveniente dalla sua stessa terra di origine, figura di una condizione di comunione con Dio. Di fatto, Dio guiderà il servo di Abramo verso la casa di Rebecca, figlia di Betuel, parente di Abramo e di tradizione familiare monoteista. Isacco troverà in lei una compagna di vita molto simile a lui, essendo stata educata, come lui, nella medesima tradizione religiosa del clan di Abramo.Il servo di Abramo parte verso la terra di Abramo, ma non sa chi è la donna che Dio ha destinato per Isacco. Il dialogo che precede la partenza pone alla base di questa ricerca la libertà della donna: il servo è infatti libero dal suo giuramento nel caso in cui, una volta trovata la moglie per Isacco, ella si rifiuti di abbandonare la propria famiglia di origine. Il tema della libertà del consenso nella formazione della coppia è costantemente presente nel matrimonio secondo la Bibbia. Anche suo padre lascerà andare Rebecca solo dopo che essa avrà espresso manifestamente la sua decisione libera di seguire il servo di Abramo, partendo con lui. L’insegnamento sul discernimento è affidato quasi esclusivamente alla figura del servo, definito come “il più anziano della casa” (Gen 24,2). Si tratta di un uomo saggio di cui Abramo si fida totalmente. Dio concede la luce del discernimento alle persone affidabili. Uno stile di vita improntato alla lealtà è certamente la base di qualunque discernimento, dal momento che lo Spirito di Dio fugge da chi vive in modo squilibrato (cfr. Sap 1,4). Il particolare più notevole è che il servo di Abramo, giunto nel territorio del clan di Abramo, si fermò e si rivolse a Dio nella preghiera, chiedendo di essere guidato all’incontro con la persona giusta. La risposta di Dio è immediata: “Non aveva ancora finito di parlare, quand’ecco Rebecca…” (Gen 24,15). Questo significa che, se tutto parte dalla preghiera, gli eventi e gli incontri della vita quotidiana acquistano il senso di un messaggio divino. L’atteggiamento di sincera ricerca della volontà di Dio libera la persona dalla cecità del caso. Per coloro che pregano, nulla è causale. Avendo chiesto a Dio di guidarci nella vita quotidiana, abbiamo la certezza di fede che Egli dispone ogni cosa nei minimi particolari. Il senso delle cose non è più contenuto, come per i pagani, nel fatto che le circostanze mi siano favorevoli, ma nel fatto che esse sono state preparate da Dio così come sono. Esse continuano perciò a essere sensate, anche se non mi sono propizie. Nel caso del servo si Abramo, tutto si svolge in maniera propizia, ma l’accento non è lì. L’accento è sul fatto che l’incontro con Rebecca non è casuale, anche se lo sembra. Non è causale perché è preceduto dalla preghiera, che è la porta di ingresso della potenza di Dio nella nostra vita quotidiana. Questo intervento di Dio nelle circostanze quotidiane è riconosciuto da tutti quelli che vivono nel suo favore. Infatti, quando il servo giunge alla casa di Rebecca, anche il padre e il fratello di lei colgono la singolarità di questo incontro: “Allora Labano e Betuel risposero: dal Signore la cosa procede” (Gen 24,50).

Pubblicato da Vivete nella gioia! -blog

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