Commento msg Medj 2 febbraio 2012

Medjugorje 

Messaggio del 2 febbraio 2012 a Mirjana 

«Cari figli, da così tanto tempo io sono con voi e già da così tanto tempo vi sto mostrando la presenza di Dio ed il suo sconfinato amore, che desidero tutti voi conosciate. Ma voi, figli miei? Voi siete ancora sordi e ciechi; mentre guardate il mondo attorno a voi non volete vedere dove sta andando senza mio Figlio. State rinunciando a Lui, ma Egli è la fonte di tutte le grazie. Mi ascoltate mentre vi parlo, ma i vostri cuori sono chiusi e non mi sentite. Non state pregando lo Spirito Santo affinché vi illumini. Figli miei, la superbia sta regnando. Io vi indico l’umiltà. Figli miei, ricordate: solo un’anima umile brilla di purezza e di bellezza, perché ha conosciuto l’amore di Dio. Solo un’anima umile diviene un paradiso, perché in essa c’è mio Figlio. Vi ringrazio. Di nuovo vi prego: pregate per coloro che mio Figlio ha scelto, cioè i vostri pastori». 

commento di Pamela Salvatori 

“Imparate da Me, che sono mite e UMILE di cuore e troverete ristoro per le vostre anime” (Mt 11,29): imitare l’umiltà di Gesù per essere perfetti nell’amore, come ha fatto Maria. Come Lei, si può essere belli, radiosi, luminosi, con l’umiltà. Santa Caterina da Siena insegna che l’umiltà è la terra fertile su cui cresce l’albero della carità, senza umiltà dunque non può esserci vero amore, ma solo egoismo e ricerca del proprio interesse. Gesù ci ha insegnato l’amore vero, perché Dio è Amore e ogni vero amore ha la sua sorgente in Lui. Dio è Umiltà infinita, profonda, incomprensibile per noi, abituati a lasciarci sopraffare da superbia e orgoglio. Solo Dio compie tutto per puro amore senza egoismi, Egli che è Umiltà perfetta. Gesù ci ha fatto conoscere la vera umiltà, dalla nascita alla morte, fin oltre la morte, per farci comprendere come essere santi e che è possibile imitarlo: per noi è compito privilegiato quello di seguire i suoi passi. Un’anima umile somiglia a Gesù, rivela Gesù, assume i suoi tratti, la sua mitezza, per essere luce nel mondo, per brillare come stella di purezza e di bellezza, perché l’amore di Dio riposa su di lei ed abita in lei. Un giorno i veggenti di Medjugorje domandarono a Maria: “come fai ad essere così bella?”, la risposta fu: “sono bella perché amo”. Maria ama, perdona, come Gesù ci ha amato e perdonato fin sulla croce, nell’accettazione e nel silenzio; ama profondamente tutti perché è profondamente umile. La carità vera non perde la pazienza e non fa nulla per il proprio interesse, si compiace della Verità, è magnanima, comprensiva, tutto perdona, tutto accetta e sopporta, tutto spera, così insegna San Paolo fissando lo sguardo sulla vita e sulla croce di Gesù. E nella preghiera troviamo quel concime che permette alla virtù dell’umiltà di crescere giorno dopo giorno per dare vita a tutte le virtù che da essa hanno origine. Infatti non si può credere con fede, né sperare con costanza, né amare con abnegazione se prima non si è umili; non è possibile essere giusti, forti, prudenti e temperanti senza l’umiltà, tutte le virtù crescono in proporzione ad essa e, senza di lei, sono come semi senza vita, senza futuro, senza possibilità di produrre frutti. Dunque è necessaria l’umiltà del cuore quanto l’aria per il corpo, chi decide di farne a meno, sceglie di spegnere la luce della sua vita e di lasciar trionfare la superbia, vizio contrario all’umiltà, vizio che alimentato deforma l’anima e l’aspetto, rendendo l’uomo immagine del demonio. Se nel cuore c’è il desiderio di essere umili, è la grazia del Signore che agisce: con impegno e perseveranza in una vita di sacramenti e di preghiera quel seme in noi si svilupperà e porterà a suo tempo frutti di conversione, di amore e di perdono. Ma necessaria è la costanza nel domandare a Dio questa grazia, forti nel perseverare fino alla fine senza cedere agli scoraggiamenti che vengono da continue cadute. “Santo non è chi non cade mai ma chi si rialza” e ogni volta che si trova la forza di rialzarsi, con l’aiuto di Dio, certamente si è più umili: piangere i propri errori, confessarli con pentimento, è un atto di umiltà che alimenta e fortifica questa grande virtù. “Nelle umiliazioni sii paziente” insegna il Siracide “confida nel Signore, Egli ti aiuterà”, non allontanarti da Lui, nella prova rendi saldo il tuo cuore, fatti coraggio, così con pazienza e sforzi coraggiosi vincerai la resistenza tenace dell’orgoglio e della tua natura, ferita dal peccato e dalla superbia. Il pentimento del peccato, fosse anche il più grave, è salvezza, è perdono, commuove il Cuore di Dio che largamente perdona. Chi si rialza è già vincitore su se stesso e la propria natura, sul mondo che porta alla rovina, sul demonio che ordinariamente tenta ogni uomo facendo leva sulle umane debolezze. La Confessione, dunque, ogni Confessione Sacramentale è una grande vittoria, che permette all’uomo di rafforzarsi interiormente, di decidersi sempre nuovamente per Dio, di riprendere con rinnovato slancio un cammino di conversione entusiasmante e pieno di ogni bellezza. Ovviamente non si è mai soli, la grazia di Dio, l’effusione dello Spirito Santo, la presenza materna e tenera di Maria e dell’Angelo Custode aiutano a non disperare mai, a superare ogni momento di sconforto e a riprendere sempre nuovo vigore. Se vogliamo davvero comprendere la grandezza e lo splendore  di questo cammino è necessario invocare lo Spirito Santo perché come in una nuova pentecoste scenda senza misura ad illuminare le nostre menti e a sanare i nostri cuori, per far entrare calore e luce nella nostra vita e trovare forza e determinazione per “rinnegarsi” dietro a Gesù e “ritrovarsi” completamente. Domandiamo lo Spirito Santo con il cuore aperto e libero da ogni ostacolo che viene dal peccato ed Egli non tarderà a prendere possesso del suo tempio, a riempirci della Sua Forza, a donarci il Suo Consiglio, a rivelarci la Sua Volontà. “Se qualcuno di voi manca di sapienza, la domandi a Dio, che dona a tutti generosamente e senza rinfacciare, e gli sarà data” (Gc 1,5), domandiamo, chiediamo senza sosta, ricordiamo al Signore le Sue promesse, “voi che rammentate le promesse al Signore, non prendetevi mai riposo e neppure a Lui date riposo” (Is 62, 6b-7) per ottenere uno sguardo nuovo sul mondo, per comprendere con gli occhi di Dio la verità sulle realtà circostanti. Si aprano gli occhi dei ciechi e tornino ad udire le orecchie dei sordi: Gesù è venuto per liberarci dalle tenebre perché non rimanessimo nell’ignoranza. Desideriamo  ardentemente la guarigione e facciamo di tutto per conseguire il traguardo. Fissiamo il nostro sguardo su Gesù, confidiamo in Lui e disponiamoci ad accogliere la sua grazia, allora ci renderà forti, vittoriosi, capaci di amare, sempre pronti persino a soffrire qualunque pena per amore suo, con gioia, perché ci restituirà quella libertà che il diavolo ci ha rubata e sta usando per la nostra rovina. Non rinunciamo a Gesù, se veramente vogliamo essere felici, troviamo il coraggio di scegliere Lui sempre e in ogni circostanza anche a costo di qualunque sacrificio: la gioia e la pace solo allora non mancheranno mai e la nostra vita sarà tutta nella luce, riflesso del paradiso fin da questa terra, perché niente e nessuno potrà più separarci dall’Amore di Cristo!

 

La preghiera dell’umile penetra le nubi,

finché non sia arrivata, non si contenta;

non desiste finché l’Altissimo non sia intervenuto,

rendendo soddisfazione ai giusti e ristabilendo l’equità.

Sir 35, 17-18

 

Non fate nulla per spirito di rivalità o per vanagloria, ma ciascuno di voi, con tutta umiltà, consideri gli altri superiori a se stesso, senza cercare il proprio interesse, ma anche quello degli altri.

Fil 2,3-4

 

 

Per comprendere le abbreviazioni delle Sacre Scritture:

Mt = Vangelo di Matteo (Nuovo Testamento)

Fil = Lettera di San Paolo Apostolo ai Filippesi (Nuovo Testamento)

Gc = Lettera di San Giacomo Apostolo (Nuovo Testamento)

Sir = Libro del Siracide (Antico Testamento)

Is = Libro del profeta Isaia (Antico Testamento)

 

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Pubblicato da Vivete nella gioia! -blog

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