Medjugorje 2 novembre 2014

 Cari figli, sono con voi con la benedizione di mio Figlio, con voi che mi amate e che cercate di seguirmi. Io desidero essere anche con voi, che non mi accogliete. A tutti voi apro il mio Cuore pieno d’amore e vi benedico con le mie mani materne. Sono una Madre che vi capisce: ho vissuto la vostra vita e ho provato le vostre sofferenze e gioie. Voi, che vivete il dolore, comprendete il mio dolore e la mia sofferenza per quei miei figli che non permettono che la luce di mio Figlio li illumini, per quei miei figli che vivono nelle tenebre. Per questo ho bisogno di voi, di voi che siete stati illuminati dalla luce e che avete compreso la verità. Vi invito ad adorare mio Figlio, affinché la vostra anima cresca e raggiunga una vera spiritualità. Apostoli miei, allora potrete aiutarmi. Aiutare me significa pregare per coloro che non hanno conosciuto l’amore di mio Figlio. Pregando per loro, voi mostrate a mio Figlio che lo amate e lo seguite. Mio Figlio mi ha promesso che il male non vincerà mai, perché qui ci siete voi, anime dei giusti: voi, che cercate di dire le vostre preghiere col cuore; voi, che offrite i vostri dolori e sofferenze a mio Figlio; voi, che comprendete che la vita è soltanto un battito di ciglia; voi, che anelate al Regno dei Cieli. Tutto ciò vi rende miei apostoli e vi conduce al trionfo del mio Cuore. Perciò, figli miei, purificate i vostri cuori ed adorate mio Figlio. Vi ringrazio!»

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La Regina della Pace ci invita alla preghiera, in particolare, all’adorazione di suo Figlio. Adorare Gesù, che è Dio, consente di entrare in profonda comunione con il Padre e con tutta la Trinità, per abbandonarsi a Lui e divenire luce per illuminare tanti uomini che seguono il male, perché ancora ignari dell’amore di Dio.

 

Più che impegnarci a fare tante cose dovremmo preoccuparci di pregare. L’Adorazione Eucaristica è una forma di preghiera eccellente che si realizza nel silenzio davanti a Gesù. Proprio nel silenzio il Signore parla ai suoi figli, suggerisce loro come pregare e come agire per la sua gloria. Altrimenti, qualsiasi iniziativa, fosse anche la più grande ed impegnativa non porterà a nulla.

 

Gesù ci ha insegnato che l’uomo da solo non ha potere di fare nulla e la Regina della Pace in un messaggio degli scorsi anni disse che nostro è solo il peccato. Infatti, tutto ciò che di buono viene fuori da noi è da attribuire a Dio. Chi pensa di essere buono, chi crede di essere generoso più degli altri, chi crede di essere migliore, dimostra di non conoscere quello che è veramente. In realtà, se guardasse nel profondo di sé troverebbe tanto male, invidia, vanagloria, superbia, la volontà di sentirsi superiore agli altri, l’ambizione di prevalere, la menzogna utilizzata per i propri scopi, e ogni sorta di vizio e di tendenza al peccato. Ma ciò accade soprattutto a coloro che non restano mai in silenzio davanti al Signore, perché troppo presi dalle loro cose e dalle loro iniziative.

 

Se invece vogliamo davvero essere buoni, diventare persone generose, fare del bene all’umanità, tutto il nostro impegno deve consistere nell’adorare l’unico vero Dio e nell’abbandonarci con confidenza di figli nelle sue mani, con quel distacco interiore da ogni cosa del mondo, mettendo da parte la ricerca egoistica dell’utile, per amare Dio.

 

Gesù vuole incontrare tutti gli uomini e per farlo vuole servirsi di noi. Ora, questo è possibile soltanto se lo lasciamo operare e vivere in noi, per mezzo di noi e per noi. Se continuiamo a metterci al suo posto pretendendo di governare la nostra vita a nostro gusto senza considerare che la nostra vita è un dono e non è affatto in nostro potere, facciamo come tanti che dicono “Signore, Signore” ma non sono diversi da coloro che gli sono lontani.

 

La via affinché Cristo viva in noi e la nostra vita diventi davvero buona è una sola: la preghiera, i sacramenti, la vita in grazia di Dio. Perché la grazia non va cercata solo nei momenti di difficoltà, non si può pregare solo quando non si hanno altre alternative, o dopo aver fallito in tutti i nostri tentativi. La grazia va vissuta ogni giorno. La fede va coltivata sempre, indipendentemente dagli eventi della vita, anzi, servendoci proprio degli eventi, buoni o cattivi, per crescere nell’abbandono. Non possiamo ricorrere a Dio quando ci fa comodo e dimenticarci di Lui quando non ci serve. E purtroppo questo è un errore molto diffuso.

 

Ma in questo modo non si è né cristiani, né persone buone, né capaci di fare del bene, perché quell’atteggiamento che assumiamo nei confronti del Signore è lo stesso che poi attuiamo con gli altri: usare tutti per i nostri fini.

 

Dunque, bisogna imparare da Maria che ha vissuto la grazia perfetta e ha sofferto e offerto tutto per la salvezza delle anime. Solo facendo così realizziamo la volontà di Dio e la nostra vita sarà felice.

 

Se lo desideriamo davvero, iniziamo a mettere in pratica quello che la Vergine ci suggerisce, ossia iniziamo ad entrare in Chiesa e dedichiamo del tempo ad adorare nel silenzio Gesù.

Solo quando inizieremo seriamente a cercare Gesù con il cuore lo conosceremo e Lui potrà vivere in noi per realizzare con noi cose grandi, persino ogni sorta di miracoli.

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Lettura consigliata: Santa Teresa di Gesù Bambino, Storia di un’anima.

Pubblicato da Vivete nella gioia! -blog

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