Medjugorne 2-25 giugno 2015 – sulla verità e sull’amore

2 giugno

“Cari figli, desidero operare attraverso di voi, miei figli, miei apostoli, per radunare alla fine tutti i miei figli là dove tutto è pronto per la vostra felicità. Prego per voi, perché possiate convertire con le opere, perché è giunto il tempo delle opere di Verità, di mio Figlio. Il mio amore opererà in voi, mi servirò di voi. Abbiate fiducia in me perché tutto quello che desidero, lo desidero per il vostro bene, il bene eterno creato dal Padre Celeste. Voi, figli miei, apostoli miei, vivete la vita terrena in comunione coi miei figli che non hanno conosciuto l’amore di mio Figlio, che non mi chiamano “Madre”, ma non abbiate paura di testimoniare la Verità. Se voi non temete e testimoniate con coraggio, la Verità trionferà miracolosamente. Ma ricordate: la forza è nell’amore. Figli miei, l’amore è pentimento, perdono, preghiera, sacrificio e misericordia. Se saprete amare, convertirete con le opere, consentirete alla luce di mio Figlio di penetrare nelle anime. Vi ringrazio! Pregate per i vostri pastori: essi appartengono a mio Figlio, Lui li ha chiamati. Pregate affinché abbiano sempre la forza e il coraggio di risplendere della luce di mio Figlio”.

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25 giugno

Cari figli! Anche oggi l’Altissimo mi dona la grazia di potervi amare e di invitare alla conversione. Figlioli, Dio sia il vostro domani, non guerra ed inquietudine, non tristezza ma gioia e pace devono regnare nei cuori di tutti gli uomini e senza Dio non troverete mai la pace. Perciò, figlioli, ritornate a Dio e alla preghiera perché il vostro cuore canti con gioia. Io sono con voi e vi amo con immenso amore. Grazie per aver risposto alla mia chiamata.

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“Se voi non temete e testimoniate con coraggio, la Verità trionferà miracolosamente. Ma ricordate: la forza è nell’amore”… “l’amore è pentimento, perdono, preghiera, sacrificio e misericordia. Se saprete amare, convertirete con le opere…”

“Verità” e “amore” sono al centro del messaggio del 2 giugno. Si tratta di termini che ai nostri giorni assumono spesso significati troppo lontani da quello autentico. Quasi nessuno definisce l’amore come “pentimento, perdono, preghiera, sacrificio e misericordia”, tant’è che sempre più spesso si sente dire che “l’amore può finire”. Un’affermazione del genere dimostra che non sappiamo affatto cosa sia l’amore.

“Dio è Amore”, leggiamo nella Prima Lettera di Giovanni, e nel Vangelo scopriamo che il Padre per amore ha mandato il Figlio, perché prendesse carne umana e compisse la redenzione degli uomini. L’amore di Dio si manifesta a noi non tanto, o non solo, nei miracoli che Gesù compie a favore degli uomini, ma risplende con forza soprattutto nella Croce. Un Dio disposto a farsi uomo, senza smettere di essere Dio, per salvare gli uomini con una morte così violenta e umiliante quale quella della Croce – considerata il patibolo più infame all’epoca di Gesù – un Dio che si umilia sino a tal punto ci insegna cos’è l’amore e come si ama.

Grazie a Gesù comprendiamo che l’amore è veramente tale, è divino, quando si esprime nell’umiltà (pentimento, perdono, mitezza…) e nel sacrificio. L’amore è ciò che spinge a dimenticarsi di sé per il bene dell’altro. Dunque, è qualcosa di molto esigente, che va assai oltre un sentimento di dolcezza o una passione momentanea. Esso è ciò che edifica ogni uomo, lo matura e lo realizza pienamente, donandogli la gioia vera. Solo quando si intende l’amore in termini superficiali, come facciamo noi oggi, si può pensare che sia destinato a finire: infatti, i sentimenti, le passioni umane, gli umori sono quanto mai instabili, passeggeri e fugaci, per loro natura non possono durare per sempre!

È vero che l’antropologia parla anche di un “amore” inteso come passione. Si tratta della tendenza ad un bene – anche un utile – presente in tutti i viventi dotati di organi sensibili, quindi, persino negli animali. Ma è appunto l’atto di una “passione” concupiscibile, ossia una tendenza naturale a conseguire un bene conosciuto con i sensi. Non ha nulla di straordinario ed è qualcosa che viene da sé, perché ognuno per natura tende al proprio bene e alla propria conservazione, anche gli animali.

Ma l’amore di cui parla Gesù non è questa tendenza naturale, bensì qualcosa di più grande, infinitamente superiore, che talvolta richiede di superare le passioni stesse – non di soffocarle! – di dominarle con la ragione, di orientarle consapevolmente per raggiungere un bene straordinariamente maggiore. Si tratta di un amore soprannaturale, che, in quanto tale, non è semplice sentimento, e quindi radicato in Dio e nella sua grazia questo amore non può corrompersi. Dice, infatti, San Paolo che quando saremo al cospetto di Dio la fede e la speranza scompariranno – infatti, non ne avremo più bisogno!-, ma la carità non avrà mai fine (cfr. 1Cor 13).

Dunque, un amore così è di gran lunga superiore a quello proposto dalla società contemporanea, che, lo svaluta al punto da negarne l’esistenza. È al contrario un amore che impegna tutta la vita, che orienta a compiere scelte coraggiose, ma anche formative, capaci di costruire la nostra personalità più autentica. Un amore così richiede preghiera, coraggio, e l’assistenza della grazia di Dio per poter crescere e creare comunione e pace, in famiglia, tra gli amici, nella stessa società e in ogni relazione umana. Dove manca questo amore soprannaturale che ha la sua sorgente soltanto in Dio, non si è disposti ad alcun sacrificio duraturo, non si è capaci a rinunciare a nulla, subentrano l’egoismo, l’aggressività, l’odio, il rancore, l’ostilità, la guerra. E basta guardarsi intorno per averne la conferma! Infatti, in una società dove ciascuno cerca solo il proprio utile, la propria soddisfazione, si finisce a sfruttarsi reciprocamente, ad ingannarsi, a diffidare di tutti, a desiderare persino la morte di chi difende la Verità rivelata, perché troppo scomoda dal momento che guarda alla vita da una prospettiva assai più ampia. In una società così debole predominano l’egoismo e la falsità, molto spesso nascoste dietro al velo di una presunta “tolleranza”, disposta a tollerare tutto tranne la Verità!

Ecco perché la Verità è strettamente legata all’Amore: “amore e verità si incontreranno, giustizia e pace si baceranno” (Sal 84,11) recita il Salmista. Chi ama resta nella verità, infatti, unica è la loro sorgente: Dio. Gesù dice di se stesso di essere la Verità (cfr. Gv 14,6), nessuno mai prima di lui aveva osato affermare tanto. Infatti, solo Dio è Verità e da lui riceviamo in dono la forza e il coraggio di combattere, difendere, affermare la verità anche in un mondo ostile come il nostro.

Come si può notare, anche la professione della verità richiede, proprio come l’amore, la grazia dello Spirito santo, che procede dal Padre e dal Figlio ed è inviato nel mondo con la missione di santificarci. Chi conosce la storia della Chiesa, l’inarrestabile processo che nel corso dei secoli, dalla prima comunità cristiana ad oggi, ha consentito di approfondire le verità della fede contenute nei Vangeli, può rendersi conto di quanto reale sia l’azione dello Spirito. La Chiesa, infatti, nonostante le innegabili infedeltà degli uomini-anche al suo interno!- nel corso della storia, non ha smesso mai di progredire nella conoscenza dell’unico vero Dio, e ne abbiamo conferma concreta nel Magistero. Ciò dimostra la sua origine divina e l’azione dello Spirito che sempre opera in essa per portare a compimento la sua missione.

Le tante critiche mosse, soprattutto a partire dall’epoca illuminista, contro la millenaria Tradizione della Chiesa, e il rifiuto incondizionato e ingiustificato di essa, esprimono la superbia dell’uomo moderno, che non vuole accettare nulla di ciò che lui stesso non ha prodotto e non può controllare. È il rifiuto del dono a rivelare la sua incapacità, conseguente al rifiuto della grazia di Dio, di andare oltre ciò che è solo umano, di riconoscere nella storia stessa il compiersi miracoloso della salvezza dell’uomo.

Dovrebbe farci riflettere il fatto che benché in tanti, in tantissimi modi, hanno cercato di distruggere la Chiesa, mai nessuno vi è riuscito e mai nessuno vi riuscirà, perché ciò che viene da Dio non passa ed è indistruttibile. Gesù ce lo ha assicurato: “non prevalebunt!” (Mt 16,18).

Grazie all’insegnamento del Magistero, al quale siamo tutti invitati ad attingere per avere le idee chiare quando parliamo della Chiesa, ogni cristiano può affermare con certezza la Verità del Vangelo, da esso costantemente approfondita. L’amore per la Chiesa, unito alla preghiera, ai sacramenti, ad una vita di grazia, consentirà ad ogni cristiano di combattere contro la menzogna e il male con le armi della fede, della sapienza, dell’annuncio e della testimonianza. La conoscenza della Verità unita alla grazia, infatti, rende capaci di dare ragione della nostra fede a chiunque voglia metterci alla prova e a chiunque voglia conoscere sinceramente il Signore. Essa comunica forza e coraggio per vivere secondo la volontà di Dio, allora le nostre opere convertiranno i cuori. Soltanto così “giustizia e pace si baceranno”: “…senza Dio non troverete mai la pace”.

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Lettura consigliata: iniziare a consultare i testi del Magistero presenti sul sito www.vatican.va

Pubblicato da Vivete nella gioia! -blog

LA GIOIA DEL SIGNORE E' LA NOSTRA FORZA!

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