La Croce, riposo dell’anima

Tratto dal libro “La santità è amore” di Madre Maddalena Marcucci, monaca passionista​​

 

All’ombra di questo sacro albero, chi ama può sedersi tranquillamente e riposare (cf. Ct 2, 3). In qualunque altro posto, il suo riposo sarà sempre imperfetto e passeggero.

La Croce è il letto dove ha riposato l’Amore, quando ebbe adempiuta la sua missione. Ai piedi di questo albero sacro riposò anche Maria Santissima. Nel suo supremo dolore, non poteva avere, per il suo purissimo cuore, altro luogo di riposo. Quanto di più avrebbe sofferto, quel cuore amante, se non avesse potuto appoggiare il suo capo sullo stesso letto sul quale riposava il suo diletto!

Prima che un’anima giunga a questo punto, dovrà stancarsi un poco, perché dovrà salire là dove la natura non trova né attrattiva né incoraggiamento. Ma una volta arrivata su questa altura, non le resta altro da fare che sedersi e intensificare il suo amore, contemplando il dolce peso che pende dal sacro albero. Per nessuna cosa, dunque, si turbi quest’anima, perché trova tutto in Gesù Crocifisso. Molte volte le hanno parlato di Lui uomini e libri, ma dopo aver letto il libro dei libri, ed ascoltato la voce del Maestro dalla sua cattedra di dolore, quanto povere e fredde l’anima riconosce le idee che ha letto e udite!

Che le parlino o no gli uomini, è indifferente. Preferisce sempre alle parole umane, anche sublimi, passare alcuni minuti ai piedi di un Crocifisso, anche se non è in grado di fare altro che contemplarlo in silenzio. Dove c’è sacrificio e sangue, non c’è bisogno di parole; la voce del sangue è così eloquente che non c’è nessuno che non la capisca e resti insensibile. Quanta efficacia e fecondità non ha il silenzio ai piedi di Cristo, morto per amore degli uomini! Di quanta scienza, luce, fortezza e santità è sorgente!

Chi è giunto a questo punto, vorrebbe far conoscere a tutti che soltanto qui si trovano tutti i beni che le creature solo a gocce ci possono dare. Finché non si arriva a questo luogo dove si consuma l’unione con l’Amato, l’amore sarà poco fecondo. Fuori di questo luogo, l’amore sarà sempre poco e risentirà sempre di qualche cosa di individuale. Quando invece un cuore arde di amore per il Dio del Calvario, scompare tutto ciò che è imperfetto o sa di egoismo. L’anima, seguendo l’esempio di Gesù sulla Croce, apre le braccia e accoglie tutti, perché vede che tutti valgono lo stesso prezzo: Cristo ha riscattato tutti col suo proprio sangue.

Al vedere tante vittime volontarie immolarsi con una vita di sacrificio, lontane da ogni conforto umano, col sorriso sulle labbra e il cuore aperto per far sentire a tutti, senza eccezione, la loro carità, si meraviglia chi non conosce la potente molla che le sostiene e le muove. Ma quelli che sono penetrati nell’amore del Dio del Calvario, capiscono subito tutto. Si apre per questi il libro misterioso: tutto gli rivela il sangue di quell’Agnello innocente che è stato consegnato alla morte per riscattare tutti, popoli e nazioni, senza alcuna eccezione. A queste anime misticamente morte si può ripetere il cantico nuovo che cantavano gli angeli all’Agnello immolato, di cui parla san Giovanni Apostolo: “Tu sei degno di prendere il libro e di aprirne i sigilli” (cf. Ap 5, 9). Tu sei degna, anima immolata, di aprire il libro sigillato con i sigilli della divina carità, e penetrare nella profondità dell’amore di Dio e del prossimo, là dove risiede nella sua pienezza. E così, quel Gesù morto su una croce, che per altri è un libro chiuso, per colui che ama è invece la più alta sapienza e la più profonda scienza. L’amore gli ha aperto i sigilli e gli ha fatto leggere in quel libro che contiene ogni scienza. All’anima che è giunta a questo amore le verrà pure detto, come all’Agnello sacrificato: tu sei degna di ricevere il potere, la divinità, la sapienza, la forza, l’onore, la gloria e la benedizione, perché di tutto si è reso capace chi ha scoperto il mistero della Croce (cf. Ap 5, 12).

​A quelli che si stupiscono del suo operare sovrumano e quasi divino, l’anima amante mostra il Crocifisso, come fece san Bonaventura a san Tommaso d’Aquino, e dice loro: questa è la fonte dove io attingo tutta la mia scienza e la mia grandezza, senza fare altro che contemplarlo con amore e imprimere baci sulle sue piaghe. Nel Crocifisso si estingue la mia sete di sapere. So che tutto ciò che insegnano i libri è scienza morta. Solo quella che insegna il mio Gesù immolato per me è una scienza viva, che penetra, convince, illumina e opera meravigliose trasformazioni.

A quante anime, contemplando la morte di Gesù, si è squarciato il velo (cf. Mt 27, 51) che nascondeva loro il “sancta sanctorum”: il suo Cuore, tabernacolo interiore che racchiude tanti tesori di ricchezze infinite!

Pubblicato da Vivete nella gioia! -blog

LA GIOIA DEL SIGNORE E' LA NOSTRA FORZA!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *